Civita di Bagnoregio la città che muore: la mia visita

Era da un po’ che ci pensavo… continuavo a vedere le foto di questo luogo su Instagram e sognavo di andare a vederlo dal vivo. Approfittando di due settimane di smart working giù a Grosseto, Valentino ha deciso di accontentarmi! E così ci siamo organizzati per una gita fuori porta in uno dei borghi più pittoreschi d’Italia, Civita di Bagnoregio: la Città che muore.

Civita di Bagnoregio: come arrivare?

Questo splendido luogo si trova in Provincia di Viterbo, nel Lazio, a meno di 2 ore da Roma e a circa 2 ore da Grosseto.

La regione si trova in cima a uno sperone calcareo, a più di 450 metri sul livello del mare, nella valle tra i fiumi Chiaro e Torbito.

Le sue origini risalgono all’età del bronzo ed i reperti che lì furono trovati dimostrano che era un luogo molto prospero e vivace.

La costruzione della città fu fatta dagli Etruschi – popolazione residente in Etruria, oggi Toscana, che ebbe molti problemi con frane e terremoti, causati dalla continua distruzione di edifici.

Perché è denominata la Città che Muore?

È così chiamata perché questo piccolo borgo medievale soffre di problemi di erosione progressiva della roccia che la sorregge e questo è molto rischioso per coloro che ci abitano.

Oggi sono solo 12 persone che hanno dimora stabile lì, ecco perché è considerata una delle più belle “città fantasma” italiane. Grazie alla crescente curiosità della gente per il luogo, il turismo sta gradualmente aumentando, il che sta facendo riaffiorare la città.

Dal 2013 l’ingresso è a pagamento (€5 euro a persona), denaro che aiuta a contribuire alla salvaguardia del suo fragile paesaggio. Inoltre, quest’anno il Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, ha approvato il suo panorama culturale come candidatura italiana da presentare all’esame del Comitato del Patrimonio Mondiale nel 2022.

Con queste parole il sindaco della città Luca Profili ha descritto l’iniziativa:

“Una candidatura, quella per il borgo, sostenuta da oltre cento personalità del mondo della cultura, dell’arte, della politica e dello sport, un lavoro svolto in sinergia con il Mibact, la Regione, la Provincia, la Società partecipata Casa Civita e molti Comuni della Teverina. Una presenza turistica straordinaria, quella del territorio, dove si contano, per il 2010, 40mila turisti l’anno, e oltre un milione di turisti nel 2019.

La resilienza di una comunità, di fronte al rischio di un evento franoso, di un terremoto, di guerre mondiali e della pandemia non ha scalfito la bellezza di un territorio e la voglia di rinascere. Con queste peculiarità dobbiamo essere più attenti ai temi dell’ambiente, dell’accoglienza turistica e della sostenibilità sui quali stiamo puntando”.

Cenni Storici

Del periodo etrusco rimangono molte testimonianze. Di particolare interesse c’è il “Bucaione”, un profondo tunnel che collega la parte bassa della città e dà accesso diretto alla Valle dei Calanchi.

In passato sono state rinvenute numerose tombe scavate nella base della rupe di Civita e in altre pareti di tufo circostanti, che, purtroppo, sono state in gran parte inghiottite nel corso dei secoli da numerose frane. Gli stessi Etruschi dovettero affrontare problemi di instabilità e sismicità nell’area, come nel 280 a.C. C. quando ci furono diversi terremoti e cedimenti.

Dopo l’arrivo dei Romani, nel 265 a. C., sono state completate le imponenti opere di fognatura e contenimento delle acque piovane, che erano state avviate dagli Etruschi. Con il crollo dell’Impero Romano, Bagnoregio subì le invasioni barbariche, finendo sottomessa, tra il 410-774, ai Visigoti, ai Goti, ai Bizantini, ai Longobardi, persino a Carlo Magno che la liberò e la consegnò alla Chiesa.

Difatti, a cavallo tra VIII e IX secolo, prese il nome di Balneum Regis, poi Balneoregium, Bagnorea e infine Bagnoregio, che letteralmente in italiano, significa il “Bagno del Re”. La leggenda narra che dal tempo dell’Impero Romano in poi il sito avrebbe ospitato un’area termale, che fu poi frequentata dal re longobardo Desiderio, per curare una grave malattia.

Fino al XVII secolo la città, allora estesa su un vasto altopiano, aveva cinque porte. Tutto scomparve nel 1695, quando un terremoto provocò il crollo di buona parte del borgo di Bagnoregio, e dell’unica strada di accesso che la collegava. E così iniziò il processo di spopolamento.

Per molti anni è diventata una città fantasma, ma oggi Civita Bagnoregio è collegata al “resto del mondo” dal sottilissimo e lunghissimo ponte in cemento di 300m, che in realtà è stato ricostruito due volte, l’ultima volta nel 1964 che è quello che vediamo oggi.

Civita di Bagnoregio: la mia visita

Noi abbiamo parcheggiato la macchina in uno dei tanti parcheggi segnalati, sempre a pagamento (circa 2 euro l’ora), e ci siamo diretti alla biglietteria, dove abbiamo acquistato il ticket d’ingresso di 5 euro a persona.

Io vi consiglio di prendere il biglietto online perché ultimamente è molto gettonata come meta, soprattutto nel weekend e nel periodo estivo.

Per arrivare poi al famoso ponte d’ingresso si può fare in due modi:

  • A piedi, camminando circa 1,5km (che è quello che abbiamo fatto noi!);
  • O con un pullman pagando 1 euro in più a persona.

Una volta arrivati lì, vedrete questa lunga passerella pedonale sospesa nel vuoto, lunga circa 300m che collega la città al borgo, una cosa surreale!

L’entrata del borgo di Bagnoregio

La porta d’ingresso alla città si chiama Porta Santa Maria ed è in parte scavata nel tufo dagli Etruschi e rimaneggiata nei secoli successivi. È decorata con una coppia di leoni scolpiti nell’atto di afferrare una testa, simbolo della vittoria del popolo sugli oppressori.

Sulla porta sono presenti incisioni a forma di croce e triangoli, probabilmente lasciati da pellegrini di ritorno dalla Terra Santa (alcuni li considerano simboli dei Templari).

Piazza San Donato

Superata Porta Santa Maria, dopo pochi passi, la vista si apre sulla piazza principale di Civita di Bagnoregio, Piazza San Donato, con il pavimento ancora in terra battuta, che dà la sensazione di essere tornati indietro nel tempo di circa 400 anni.

Lì, in piazza, c’è la Chiesa di San Donato in stile romanico; al suo interno troverete un prezioso crocifisso ligneo del XV secolo e un affresco della scuola del Perugino.

 

Altre cose da vedere a Bagnoregio

Nella vostra visita a Civita di Bagnoregio, cogliete l’occasione per fare una passeggiata tra le viuzze del borgo e noterete sicuramente le caratteristiche delle case in tufo, che presentano dettagli decorativi originali, come i balconi medievali e le scale esterne dette “profferli”.

L’instancabile opera di scavo degli Etruschi ha lasciato grotte sotterranee oggi trasformate in un piccolo museo di storia dell’agricoltura. Alcune di queste grotte etrusche, infatti, negli anni ’30 furono localizzate e occupate da famiglie di contadini, che le usavano come abitazione e, in parte, come “cantina”.

All’interno delle grotte, sono esposti strumenti tipici della vita contadina di un tempo, come un torchio per l’olio e il vino, un aratro, botti, oggetti d’antiquariato, bilance e pale e innumerevoli altri strumenti di lavoro.

Assicuratevi di visitare il Museo Geologico delle Frane (Museo della geologia e dell’erosione) che racconta un po’ la storia della trasformazione della città. È molto interessante e vale tutto il prezzo del biglietto (3€).

Quanto tempo per girare bene Civita di Bagnoregio?

La città è decisamente piccolina. Dalle 2 alle 4 ore sono sufficienti per vedere tutte le sue attrazioni. Tutto dipende se vi fermate a mangiare in qualche ristorantino tipico (ce ne sono alcuni favolosi) o se vi piace girovagare per musei.

Noi siamo stati circa 3 ore, fermandoci a mangiare un piatto di spaghetti per poi completare il giro nel villaggio medievale.

Eventi locali

  • La città è famosa per il suo presepe vivente: la storia di Maria e Giuseppe è rappresentata nelle strade medievali nel periodo natalizio.
  • La prima domenica di giugno e il 2 settembre nella piazza principale si svolge l’antico Palio della Tonna (“tonta” in dialetto locale), in cui le contrade di Civita si sfidano in una corsa di asini, sostenuti dalle urla del pubblico.
  • Nell’ultima settimana di luglio e la prima di agosto si svolge il Tuscia em Jazz Festival con concerti, workshop e jam session.
  • Nel mese di ottobre si svolge la Festa della Castagna; tra le vie del paese vengono offerte caldarroste ai partecipanti, in un’atmosfera di allegria e divertimento.

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Babi
Babi
Trent'anni fa, in un piccolo paesino del Brasile nascevo io. Una sorpresa inaspettata, ma che ha riempito la casa di solarità e energia. Vissi lì fino ai miei 17 anni, quando finito il liceo decisi di venire alla avventura in un paese totalmente sconosciuto. Ed ora mi trovo qui, a Milano dove lavoro e studio Marketing Digitale. Mi definisco uno spirito libero, una donna determinata e ambiziosa ma con i piedi per terra. Spesso sento dire che il mio sorriso insieme al mio sguardo trasbordano di allegria...pertanto cerco di mantenere la positività e il buon umore sempre che possibile. La mia più grande passione è viaggiare. Amo incontrare nuove culture, nuovi volti e nuovi posti bellissimi in questo vasto pianeta. Per cui ho creato il blog, per dividere con voi qualche mia avventura, illustrando come ho vissuto ogni città o paese dove sono passata, con piccoli suggerimenti che dal mio piccolo posso darvi per far sì che la vostra vacanza sia speciale come le mie :) Enjoy!

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Comments

  1. Io adoro i borghi medievali e, dalle tue foto, questo paesino sembra che abbia degli scorci davvero suggestivi!
    Peccato che gli abitanti siano costretti a scappare via..

  2. Babi, l’articolo me lo salvo subito!SUper dettagliato e davvero informativo, spero presto di poter visitare anch’io la cittàche muore in un prossimo on the road nel Lazio!

  3. Lo conosco, ne ho sentito parlare, ma non ho mai avuto l’occasione di visitarlo. Credo sia un luogo molto affascinante, speriamo che venga ben conservato e mantenuto “in vita”, certi posti sono eterni e come tali devono essere valorizzati.

  4. Sono di Roma e mi vergogno molto per non aver ancora visitato questo bellissimo borgo. Mi fa un po’ impressione il ponte, perché ho scoperto di soffrire leggermente di vertigini, ma deve proprio valere la pena. Stavo pensando all’altopiano che è crollato col terremoto… in effetti mi sono sempre chiesta come mai Civita di Bagnoregio fosse nata proprio là sopra. Pensa che brutto vedere tre quarti della tua città crollare sotto ai tuoi piedi 🙁

    • Noooooo dai! devi rimediare!!
      fidati che quando sei lì sul ponte non senti proprio la sensazione sul vuoto! (basta non guardare sotto!!)
      però capisco la sensazione.

      quando eravamo sul ristorante lassù abbiamo ascoltato la cameriera che ci raccontava dei suoi nonni che vivevano lì… loro hanno vissuto quei momenti! chissà che brutto 🙁

  5. Ho conosciuto questo borgo dal web e che dire come non essere affascinati, dalla tua descrizione ne ho ulteriore conferma, devo organizzarmi per visitarlo presto

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