Spinta dalla mia curiosità senza limiti, ho deciso di inaugurare una nuova rubrica chiamata “Perché si dice…”.
Forse per il fatto che io sia brasiliana, alcuni modi di dire o espressioni italiane mi risultano piuttosto buffe e divertenti.
Mi sono accorta che vorrei sapere di più a proposito di come sono nate e perché sono entrate nel nostro quotidiano. Ad esempio, ieri sera guardando un film ho sentito dire “fare il diavolo a quattro” e mi sono detta:
Indice
Ma perché si dice “fare il diavolo a quattro”?
L’espressione “fare il diavolo a quattro “, è ancora oggi molto usata tutt’ora. Ma a differenza di quanto si possa pensare, Treccani ci spiega che ci sono diverse versioni:
La prima versione
Si dice che ha origini medievali e si riferisce al teatro: infatti, nel medioevo, uno dei personaggi che non mancava mai nelle rappresentazioni teatrali era il demonio.
Questa creatura malvagia era in grado di cambiare costantemente il suo aspetto durante l’esibizione e doveva vestirsi rapidamente per eseguire le varie apparizioni.
Ai tempi non c’erano né gli strumenti giusti né uno staff in grado di gestire tutti questi cambiamenti, quindi c’erano 4 attori diversi, ciascuno con un trucco specifico per il ruolo che avrebbe interpretato.
Così, dietro le quinte il caos diventa assoluto e anche sul palco bisognava stare molto attenti a non sbagliare le entrate.
Per questo motivo, “fare il diavolo a quattro”, cioè quattro attori che interpretano un diavolo, è diventato un modo di dire molto comune!
La seconda versione
Secondo un’altra versione, questo detto risale alle rappresentazioni medievali del divino, in cui il diavolo giocava un ruolo importante insieme alla Madonna, a Dio, all’Anima e a Santi diversi in relazione alle circostanze.
Le persone suddividono queste rappresentazioni in ‘grandi diavolerie’ e ‘piccole diavolerie’, a seconda che in esse facessero la loro comparsa più o meno di quattro diavoli.
Fare il diavolo a quattro significato attuale
Oggi lo usiamo per definire una persona che è piena di energia e non si tira mai indietro, spesso usando modi di fare poco “adatti” e educati, causando così una completa confusione.
Analizziamo l’etimologia dei termini
Diavolo
Come prima parola abbiamo “Diavolo”, che deriva dal latino tardo diabŏlus = dividere/ calunniatore e dal greco – διαβάλλω diabàllo = dia (attraverso) e ballo (mettere), ovvero, separare, creare fratture.
Prima di rappresentare ciò che le immagini tradizionali ci mostrano, “diavolo” significava tutto ciò che aveva l’effetto di separare e allontanare gli uomini.
Con la diffusione del cristianesimo, la parola venne a significare il demonio, ossia, colui che cercò di separare Dio dall’uomo, la sua creazione.
Quattro
Come seconda parola troviamo “quattro” cfr. latino quattuor, greco τέσσαρες, sanscrito catvāraḥ, gotico fidwor.
Nel medioevo questo numero era considerato perno e risolutore, e fin dall’antichità è stato definito come il numero della terra: quattro sono i punti cardinali, le stagioni, le fasi lunari, i venti dominanti, le proporzioni dell’uomo e della moralità perfetta.
Un tempo la terra era paragonata ad un quadrato, che possiede quattro lati, in opposizione al triangolo del cielo, anch’esso simbolo della Trinità.
A seconda della cultura, il numero è speciale e mistico: per i Maya è perfetto, per i peruviani sono quattro le ere mitiche prima della creazione dell’uomo, il ritmo interiore della terra, per gli altri popoli, è il numero che organizza il mondo.
In concetti generali rappresenta l’armonia, anche la familiarità: quattro componenti portano solidità e proporzione.
Il quattro è un numero e il numero è un simbolo.
In conclusione…
Credo che ognuno di noi, quando si sente confuso, agitato, disordinato dentro e fuori, abbia all’interno sia quel diavolo che divide, sia quel quattro che mette in ordine, quel simbolo che unisce.
Non ci resta che cercare di bilanciare questi elementi, come in ogni situazione.